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la mostra 2008:Contrappunto di Mauro Bellucci e Renzo Basorale mostre precedentiil borgo di Fortunago

 

 




2006
A PASSEGGIO PER LA VITA.
PAESAGGI, UOMINI, CARLINI.
mostra personale di
MARIA LUISA SIMONE


le foto della vernice


le opere in mostra



articoli e recensioni



cenni biografici





il testo di Raffaele De Grada




intervista di Antonella Bruni
con Maria Luisa Simone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Intervista a Maria Luisa Simone.
A cura della giornalista Antonella Bruni.

Maria Luisa Simone, nata a Pavia, ha tenuto mostre personali in tutto il mondo, dalla Germania al Canada, dalla Polonia all'Olanda. Le opere degli ultimi anni che riassumono le sue numerose e varie esperienze figurative sono ora presentate al Comune di Fortunago.

Accogliente e talvolta misteriosa ci appare la sua poetica che coinvolge, come dice il titolo dell'esposizione, paesaggi, uomini e carlini , protagonisti che si alternano nelle composizioni come in pagine di contemplazione e di rivisitazione formale.

Abbiamo rivolto alcune domande alla pittrice . Dopo tanti itinerari perché una mostra a Fortunago?

Quando si esce dall'autostrada a Bereguardo, si percorre qualche chilometro e appare la maestosa cupola del Bramante, la cattedrale di Pavia; mi sembra assistere a un miracolo. Un corpo austero proiettato verso il cielo con una lineare soavità. Questa è la mia città, Pavia. Sono nata qui; mio padre dirigeva la cancelleria del Tribunale. I ricordi si affollano: San Pietro in Ciel d'Oro, San Michele, la strada medioevale che percorrevo per recarmi al Liceo Musicale. Il Palazzo Vistarini, in cui vi erano diverse abitazioni, era la mia residenza. Camere con molto verde e oro, un grande parco con gazebo da cui si vedeva il Ticino. E la campagna intorno, le viole, le risaie rilucenti e su fino alle colline dell'Oltrepò; ho sentito da sempre un legame con questo territorio ampio e variato da tante apparizioni, quasi un intrecciarsi di realtà e leggenda.

Poi la vita l'ha portata lontano.

Sì, ma pur abitando a Milano, penso sempre a qualche particolare del Pavese. I fine settimana sono regolari e le pause di soggiorno condizionate dalle stagioni. Amo in particolare l'autunno, le sue accensioni di rossi e di arancio, giallo e terra scura. Dopo un lungo viaggio ritorno a Montesegale, a casa. Incomincio a fare schizzi che mi serviranno nei mesi prossimi e comincio a osservare i miei carlini. Questi cagnolini che mi deliziano sono una sorta di avvio emotivo per accostare il paesaggio. Con più sottili riferimenti ottici e, diciamo pure, sentimentali. Le colline che si stagliano sonnacchiose nella valle dell'Ardivestra, i monti più severi di Costa Cavalieri fino a Cosa Pelata. Ed è in questo viaggio dell'anima che si incontra Fortunago, nobile nella sua semplicità, un luogo dove esiste un racconto oltre le mura, tramandato di stagione in stagione. Il canto degli uccelli è la colonna sonora di questo spettacolo; gli alberi e i fiori la cornice.

Ha mai sentito la necessità di mostrare agli abitanti di queste valli il risultato delle sue meditazioni figurali?

Diverse sono state le mie personali nel Castello di Montesegale, invitata dall'amico Ruggiero Jannuzzelli, alternate a quelle a Milano, a Parigi, a Colonia e nei tanti paesi dove ho esposto. Le mie personali sono più di trecento. Durante l'inverno, quando sono nel mio studio di piazza Mirabello a Milano, mi sembra di essere a Parigi, nella piazzetta Fürstenberg dove aveva studio Eugène Delacroix. Guardo la tela e vedo le acacie fiorite, bianche, grevi di petali, dell'Oltrepò. Questa continua ricerca di terreni intonsi mi riporta la scoperta che feci del Kenia, negli anni Settanta.Quando trovo un ciuffo di erbe scure, mi assale il ricordo della vegetazione della Groenlandia, l'ultima Thule. Ora in questa placida piazza, con l'edificio rosa che mi ospita, assisto a un altro racconto dell'Oltrepò. Una fontana allegra dona le sue acque ai passanti e inizia un racconto: c'era una volta una bambina che giocava al “mondo” davanti a San Michele di Pavia con i suoi angeli e draghi, le piaceva dipingere, e oggi è qui con le sue tele che vivono in questo bel paese, nell'estate del 2006. Per i cinesi questo è l'anni del Cane, quindi è il mio anno.

E ci sono altri ricordi?

Un altro legame con l'Oltrepò è stata la mia lunga amicizia con Luciano Bernini, allevatore famoso di collies , che aveva prodotto dei “pastori scozzesi” diventati campioni in Inghilterra.
Luciano aveva una casa a Rivanazzano e allevava a Rocca de Giorgi. Quante ricorrenze festive in quella casetta con i carlini, collies , pincher . Il pranzo di Natale durava molto a lungo, fino allo spegnersi del sole dietro la montagna innevata. Il gatto aspettava paziente il suo piatto festivo dietro al vetro della cucina, poi incominciava a far luce il bianco della neve. Non tanto lontano ci aspettava Franca Simondetti, un'amica allevatrice che aveva il suo rifugio vicino a noi. Mi chiedeva sempre perché non usavo come studio la sua casa, era simpatica, ornata di cactus, il suo cane, Budino, l'aspettò più giorni al casello di Casei Gerola, invano; Franca aveva lasciato la vita in un incidente stradale.
Quante risorse di storia, di bellezza, di tranquillità, di pensiero in questo territorio fecondo; oltre il vino famoso nel mondo, da tempo è divenuto una meta e un rifugio per gli amanti della natura e dell'arte.

Antonella Bruni




 
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